Il senso del tempo
03/05/2009

pink-floyd

Quest’anno per la prima volta festeggiando il mio compleanno ho pensato:  sono  più i giorni andati che quelli che, presumibilmente, verranno. Ma sorprendentemente la mia constatazione razionale,  pur incupendomi un po’, non mi ha rattristata più di tanto.

La morte  si sa, prima o poi arriva: fa  parte della vita.

Senza la morte non ci sarebbe la vita  e non il viceversa.

Ho cercato quindi sul tema  una poesia  di un poeta indiano che lessi nella mia adolescenza: ricordo mi piacque allora moltissimo anche se credo che , quasi bambina,  non ne abbia potuto afferrare appieno il significato.  A quell’età si è così lontani dal traguardo finale da considerarsi quasi immortali.

…….. nel rileggerla oggi,  da adulta,  rilevo soprattutto  il senso del tempo e del suo limite,  che limite ha solo per  chi vive.

So che il giorno verrà in cui

non vedrò più questa terra

e la mia vita da essa prenderà commiato

in silenzio, stendendo l’ultimo velo

sopra i miei occhi.

Eppure le stelle di notte veglieranno

il mattino sorgerà come prima

e le ore si alzeranno come onde del mare

portando in superficie piaceri e dolori.

Quando penso alla fine del mio tempo

crolla davanti a me la barriera del tempo

e nella luce della morte vedo il mondo

con i suoi tesori trascurati.

Straordinario mi appare il più umile luogo

e preziosa la più miserabile delle vite.

Non considero le cose

che ho desiderato inutilmente

e le cose che ho avuto

ma chiedo di poter possedere

ciò che ho sempre disprezzato e trascurato.

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Rabindranath Tagore  (Calcutta 1861-Santiniketan 1941)